
Scala: applausi per 'Siegfried', disapprovazioni per la regia

McVitar non si presenta al proscenio, un appello per la pace
Lunghi, calorosi applausi ieri sera alla Scala hanno accolto 'Siegfried', terzo dramma musicale della Tetralogia 'L'anello del Nibelungo', di Richard Wagner, preceduto da un appello alla pace, con la proiezione sulla scena di messaggi come "Cessate il fuoco!", "Stop the war!", ma anche "E vo gridando: pace! E vo gridando: amor!", quest'ultimo tratto dal 'Simon Boccanegra' di Verdi. Successo pieno per la compagnia di canto e per la direzione d'orchestra affidata a Simone Young. In particolare il pubblico ha apprezzato le voci di Klaus Florian Vogt (Siegfried), Wolfgang Ablinger-Sperrhacke (Mime) e Camilla Nylund (Brünnhilde). Diverse disapprovazioni sonore invece per la regia di David McVicar (che non si è presentato al proscenio) coautore della scenografia con Anne Postlewhite. In contrasto con la drammaticità della Walkiria, seconda opera della Tetralogia (rappresentata alla Scala in febbraio), con Sigfrido Wagner apre a un racconto più favolistico, anche con risvolti comici soprattutto nel primo atto ambientato in una sorta di antro delle streghe, l'abitazione in cui Mime ha allevato il giovane Sigfrido. Qui l'eroe che non conosce la paura dovrà riforgiare la spada del padre morto, con la quale ucciderà il drago Fafner per sottrargli l'anello d'oro. Nel secondo atto McVicar fa entrare in scena un improbabile drago dall'aspetto simile a un gigantesco teschio simil-umano con corpo e coda ossei, sorretti da figuranti. Il giovane comunque lo sconfigge e bevendone il sangue riesce a comprendere il linguaggio di un uccello che gli suggerisce di impossessarsi del tesoro, dell'anello e dell'elmo custoditi dal drago. E gli indica anche la strada per raggiungere la montagna dove troverà una bellissima fanciulla addormentata con un incantesimo, la valchiria Brünnhilde, che sveglierà con un bacio, scoprendo al tempo stesso sia la paura che l'amore. Tema centrale dell'opera (e di tutta la Tetralogia) è il dualismo tra amore e potere. L'anello del Nibelungo, che garantisce potere assoluto a chi rinuncia all'amore, rappresenta questa dicotomia, ma Siegfried conquista l'anello senza comprenderne la maledizione. L'eroe trova la maturità, diventa uomo quando incontra Brünnhilde: lei stessa, punita da Wotan, il dio supremo, suo padre, si rende conto di essere diventata mortale e il loro amore segna il superamento della logica del potere. Ma sarà solo un superamento temporaneo, che porterà nella successiva opera 'Il Crepuscolo degli dei', a una situazione catastrofica e simbolica, con la morte di Sigfrido, di Brünnhilde e la distruzione dell'anello, fonte di conflitto e corruzione.
D.W.Robertson--EWJ